domenica 28 ottobre 2012

PUBBLICITA'

 
Imperia, dopo il 2000


Intorno al 1920-1930 dal porto di Oneglia e di Porto Maurizio partono quasi 300.000 quintali di olio d'oliva, confezionato in lattine con immagini ricche e colorate come queste, considerate la prima forma di pubblicità commerciale:

 

Collezionismo: le etichette dell'olio di oliva.

L'EUROPA E I FRANTOI

 
Un tempo il frantoio utilizzava:
  •  la mola di pietra, detta colombina in Liguria,
  • la superficie antistante come bacino,
  • i fiscoli (o spourtin in dialetto imperiese) 
  • la pressa.
Gumbi è il termine dialettale per indicare i frantoi.
  
Oggi l'Unione Europea impone metodi moderni e rifiuta i metodi tradizionali.

L'OLIVA TAGGIASCA

L'oliva taggiasca viene raccolta quasi a maturazione, fra dicembre e gennaio.
Dà un olio leggero, dolce e delicato.
Ogni anno vengono prodotte nell'Imperiese circa 3000 tonnellate di olio di oliva, sia nei vecchi frantoi dell'entroterra, sia in fabbriche moderne.
Quando l'olio è novello (appena spremuto) si ottiene una qualità extravergine dal sapore e dal profumo sorprendente di frutti spremuti, sottile, delicato, senza acidità.
L'olio extravergine impriese ha ottenuto il marchio DOP (Denominazione di Origine Controllata) dal 1999.
Imperia ha creato anche la Strada dell'Olio-Terra della Taggiasca, un itinerario culturale attraverso le terre dell'olivo, per guidare il turista alla scoperta di terre olivicole ricche di storia e di tradizioni contadine.


Nell'area del nizzardo (Nizza e dintorni, in Francia) e anche in Corsica, si coltiva un'oliva simile alla nostra taggiasca, detta cailletier o cayet, dalle caratteristiche simili.

venerdì 26 ottobre 2012

L’ULIVO E L’OLIO NELLA STORIA E NEL MITO

L’ulivo è nato in SIRIA ed era un piccolo cespuglio con le spine e con le drupe (=frutti) molto piccole.


I FENICI, popolo di commercianti e navigatori, diffusero l'olivo in tutto il Mar Mediterraneo, trasportandolo all'interno di anfore sulle navi.


 
                                             vaso di terracotta con coperchio

L’ ulivo può vivere per oltre mille anni perché resiste alle intemperie e non ha bisogno di un terreno troppo ricco e neppure di molta acqua. Necessita, però, di molto sole, infatti lo troviamo sulle coste soleggiate del Mediterraneo.

L’ulivo era considerato così importante che la sua nascita viene fatta risalire a un mito.

Si narra che Atena e Poseidone litigassero per il possesso dell’Attica. Gli dei si rivolsero a Zeus, divinità suprema, per trovare una soluzione.

Zeus, alla presenza del re dell'Attica, decise di fare una gara: chi avesse creato la cosa più strana e bella avrebbe vinto.

Poseidone creò una sorgente di acqua salata, formando così un mare, mentre Atena creò un albero di olivo e vinse la gara, perché il re testimoniò che Atena aveva materializzato l'albero per prima. E da allora la capitale dell'Attica si chiama Atene.
clicca sulla didascalia per visualizzare l'immagine ad alta risoluzione (300+ DPI)

Raccolta delle olive.
Riproduzione grafica di un’immagine
di un vaso attico a figure nere.
 
Erica, Francesca, Laura e Simone


LA DRUPA



Una drupa è un frutto carnoso e indeiscente (= che anche a completa maturazione, non si apre spontaneamente per fare uscire il seme) con:
  • una parte esterna sottile --> "la buccia"
  • una parte centrale carnosa --> "la polpa"
  • una parte interna legnosa --> "il nocciolo", con all'interno un seme osseo.

Le piante che producono drupe affidano la loro riproduzione agli animali che si cibano di questi frutti, attratti dalla polpa, spesso dolce e saporita.
Il nocciolo viene spesso ingoiato e passa indenne il tratto digestivo di questi animali.

Chiara e Alex

INFORMAZIONI E CURIOSITA’ DELLO CHEF MASSIMO

L’olio d’oliva è alla base della dieta mediterranea e può essere gustato:
  •  crudo, ad esempio sul pane a merenda, sulle insalate o sul pesce crudo,
  •  cotto, per preparare piatti a base di carne o per friggere il pesce.

Può essere emulsionato (= sbattuto) a freddo per fare salse come la maionese (olio + rosso d'uovo + succo di limone).

Quando l’olio viene scaldato può arrivare a un determinato punto di fumo (75°/ 80°); dopo aver superato quest’ultimo diventa nocivo (= tossico) perciò non si dovrebbe usare più volte.
L'olio ha una viscosità (= grandezza fisica che quantifica la resistenza dei fluidi allo scorrimento). Se viene bruciato, l'olio perde tale viscosità.
L’olio d’oliva è un alimento salutare e naturale, ma non bisogna abusarne perché è un alimento grasso.
Tuttavia in alcune diete si consiglia di prendere un cucchiaino di olio di oliva al giorno. Perché?
Perché l'olio contiene dei grassi buoni che sciolgono i grassi cattivi (colesterolo).
L’oliva è una drupa con una parte interna, il nocciolo, che contiene il seme.
La quantità di grassi contenuti nell’olio d’oliva è simile a quelli del latte materno.


Dell’albero d’ulivo e dell’oliva si utilizzano tutte le parti, non si butta nulla.
  • Con le olive migliori si fa l'olio più pregiato
  • le olive di seconda scelta diventano olive snocciolate o pasta di olive;
olive snocciolate in vetro isolato su sfondo bianco Archivio Fotografico - 12200526


  • con la sansa, che è lo scarto della frangitura delle olive, si possono fare saponi o utilizzarla come carburante



Gloria e Letizia

IL SAPONE A BASE DI OLIO DI OLIVA

Nel 3000 a.C. in Siria, con l’olio di oliva, si faceva il sapone di Aleppo.


I Romani non si lavavano con il sapone, ma nelle terme, sfregandosi con l’argilla o con la polvere di semi.
Poi si spalmavano il corpo con unguenti a base di olio di oliva e profumi ricavati dai fiori per profumarsi e idratarsi.

 
unguentari di epoca romana (Como)


Nel 1400 d.C. si iniziò a produrre il Sapone di Marsiglia, olio di oliva più ceneri ricavate dell’erba salicornia.

erba salicornia, dalle proprietà depurative e rinfrescanti


Davide, Donia e Samuele 

L’OLIO NELLA TRADIZIONE

L’olivo viene portato in Italia dai Greci.
Un’antica leggenda narra che sotto l’ulivo nascessero gli dei.
Quindi, a quel tempo, l’ulivo era considerato una pianta sacra e significava pace e vittoria.

Infatti i rami venivano intrecciati e posti sul capo del vincitore dopo una guerra.
Alle Olimpiadi ai vincitori venivano offerti una corona di ulivo ed un’ampolla d’olio.
 
Atena, dea guerriera, e una corona di ulivo

Anche Omero nei suoi poemi citò l’ulivo: lo assurse a simbolo di pace e di vita. Era d’ulivo il gigantesco tronco per mezzo del quale Polifemo venne accecato da Ulisse e dai suoi compagni. Sempre Ulisse costruì per sè e per Penelope il letto nuziale, scavandolo nel tronco di una pianta d’ulivo, simbolo di una unione duratura.


Successivamente i romani lo diffusero in tutta Europa perché era un prodotto locale ben adattabile al clima Mediterraneo.
Essi usavano l’olio per cucinare e si idratavano la pelle, dopo i bagni alle terme, con oli profumati.



L’ulivo è una pianta che si adatta facilmente e non ha la necessità di vivere in terreni molto ricchi, anche se ha bisogno di molto sole, quindi di un clima mite.
Lo possiamo trovare sulle zone costiere,  in pianura e in collina.
In tutta la penisola italiana sono diffuse circa 500 diverse varietà di olive, dette cultivar: in Liguria abbiamo la taggiasca, piccola e nera, e la razzola nella zona di La Spezia.

Tante olive di famiglie diverse convivono nella stessa classe, proprio come tanti alunni diversi nella stessa classe.


Cliccando su questo link si possono leggere i nomi delle varietà italiane: Cultivar_di_olivo


Sophie, Ester, Giorgia e Cristian

L’olio d’oliva nella cosmesi secondo le informazioni dell'erborista


L’erborista ci ha spiegato che, per la pelle grassa, si può comporre facilmente una maschera per il viso:
  • mescolare argilla e acqua fino ad ottenere una pappetta con la consistenza della maionese;
  • aggiungere un cucchiaino d’olio, mescolare e poi applicare sul viso;
  • quando la maschera è asciutta, risciacquare il viso con l'acqua.

Ci ha anche spiegato come arricchire una crema idratante:
  • bisogna prendere un piccolo recipiente, riempirlo di crema idratante e poi aggiungere un filo d’olio.
L’olio viene inserito nella ricetta della maschera perché l’argilla asciuga il film lipidico (uno strato di grasso che rende la pelle morbida, elastica e la protegge) che viene ricostruito ed equilibrato dall’olio d’oliva.



L’olio contiene grassi e vitamine, come la P, la PP, la K e la vitamina E.
Quest'ultima gli permette di non irrancidire perché è un antiossidante. Questa protegge l’invecchiamento delle cellule e rallenta la formazione delle rughe.

Sia l’olio che i pori della nostra pelle contengono lo squalene: questo permette all’olio, applicato sulla pelle, di penetrare più facilmente all’interno del nostro corpo.
Andrea, Greta e Federico

giovedì 25 ottobre 2012

INCONTRO CON L'ERBORISTA ELVIA

Oggi abbiamo incontrato una signora di nome Elvia, specializzata in Erboristeria.
Anche Elvia ci ha parlato dell'ulivo, ma ha approfondito aspetti diversi da quelli già trattati.
Ci ha raccontato delle origini siriane della pianta, portata sulle coste mediterranee dai navigatori Fenici, e dei miti greci di Atena e Poseidone, artefici della sua creazione. Ha detto che, presso i Romani, i rami di ulivo, associati al sale, venivano donati per augurare un felice anno nuovo e che utilizzavano già l'olio di oliva come base degli unguenti profumati, che erano soliti spalmarsi dopo i bagni termali.
Dal punto di vista strettamente erboristico, ci ha spiegato il procedimento per ottenere alcuni oli curativi a base di olio di oliva e di fiori facilmente reperibili, che hanno funzioni curative diverse, e diverse maschere rigeneranti.
Ha puntualizzato che l'olio di oliva e' ideale nelle composizioni di creme e di altri prodotti per il viso perché contiene sostanze particolarmente adatte per la nostra pelle, in quanto simili nella composizione.
Ci ha lasciato anche la ricetta per preparare il sapone, come l'antico sapone di Marsiglia delle nostre nonne.
Infine si è raccomandata di leggere sempre le etichette dei prodotti che consumiamo, siano essi da mangiare, da bere o da spalmare sul viso e sul corpo! Perché è importante sapere, conoscere, per evitare di assumere cibi o sostanze dannose.

mercoledì 24 ottobre 2012

INCONTRO CON LO CHEF MASSIMO VIGLIETTI



Oggi lo chef stellato Massimo Viglietti di Alassio ha tenuto per noi una lezione di approfondimento sull'olio di oliva, all'interno della dieta mediterranea, e sulle sue caratteristiche.
Ci ha spiegato, con esempi semplici, l'esistenza delle varietà di olive e la loro importanza nella vita dei nostri avi, dal punto di vista nutritivo, economico, ma anche culturale e medico, facendo anche un parallelo con la viticoltura e la produzione del vino.
Ha poi spiegato perché l'olio di oliva è il più salubre (= sano) per l'uomo (contiene la stessa quantita' di grassi del latte materno!) e con quale procedimento si otteneva e si ottiene ancora oggi nei frantoi tradizionali.
Ci ha ricordato, inoltre, che non dobbiamo mai dimenticare le nostre tradizioni gastronomiche e culturali.
Infine ci ha confessato che ogni tanto anche lui mangia i panini super-imbottiti, quando va ai rally automobilistici, perché è goloso, ma poi non sta proprio benissimo. Questo per farci capire che un hamburger con patatine da Ronald MC Do si può anche mangiare ogni tanto, purché siamo sempre consapevoli di cosa stiamo mangiando.

E costui, chi è?

Corto Maltese ;) con l'orecchino


A domani... al prossimo incontro :)

domenica 21 ottobre 2012

E LA POESIA?

Anche la poesia ha celebrato la pianta dell'olivo.
Già Dante Alighieri nella "Divina Commedia" la cita più volte.



Più recenti le poesie di Pascoli, Montale e Lorca


La canzone dell’ulivo
 “Tu, placido, pallido ulivo,
non dare a noi nulla; ma resta!
ma cresci, sicuro e tardivo,
nel tempo che tace!
ma nutri il lumino soletto
dell’ultima pace!”

G.Pascoli

Non vuole,
per crescere, ch'aria, che sole
che tempo l'ulivo!
Nei massi le barbe, e nel cielo
le piccole foglie d'argento!
G. Pascoli


Giovanni Pascoli, il poeta delle umili cose

Fine dell'infanzia
Pure colline chiudevano d'intorno
marina e case; ulivi le vestivano
qua e là disseminati come greggi,
o tenui come il fumo di un casale
che veleggi
la faccia candente del cielo.
Tra macchie di vigneti e di pinete,
petraie si scorgevano
calve e gibbosi dorsi
di collinette: un uomo
che là passasse ritto s'un muletto
nell'azzurro lavato era stampato
per sempre - e nel ricordo.
E. Montale


Paesaggio
Il campo di ulivi
s’apre e si chiude
come un ventaglio.
Sull’olivetoc’e’ un cielo sommerso
e una pioggia scura
di freddi astri.
Tremano giunco e penombra
sulla riva del fiume.
S’increspa il vento grigio.
Gli ulivi
sono carichi
di gridi.
Uno stormo
d’uccelli prigionieri
che agitano lunghissime
code nel buio.

Federico Garcia Lorca



ARTE E OLIVO

Alcuni pittori, come Van Gogh, Renoir e Monet, hanno dipinto gli alberi di olivo.
Avendo soggiornato a lungo in Provenza, Monet anche in Riviera, essi hanno potuto dedicarsi allo studio della luce e del colore attraverso questo soggetto locale, che per loro era nuovo, in quanto provenivano da zone geografiche in cui l'olivo normalmente non cresce.

 
Monet, Ulivi sul mare, 1884

Monet, Studio di ulivi, 1884

Van Gogh, Uliveto, 1889

P. A. Renoir, Giardino degli ulivi (primo Novecento)


Ecco cosa dice Pierre Auguste Renoir a proposito dell'albero di ulivo:

"L'ulivo, che bruto! Si può solo immaginare
quanti problemi mi ha causato.
Un albero pieno di colori. Per niente grande.
Le sue piccole foglie, quanto mi hanno fatto sudare!
Un colpo di vento, ed ecco
che la tonalità dell'albero cambiava.
Perchè il colore non è nelle foglie,
ma nello spazio tra di loro.
So di non poter dipingere la natura,
ma mi diverto a lottare con lei.
Un artista non può essere grande
se non comprende il paesaggio.

LA DIETA MEDITERRANEA

Nella dieta mediterranea
c’è un elevato consumo di pane, frutta, verdura, erbe aromatiche, cereali, olio di oliva, pesce e vino.          
I popoli che vivono nelle nazioni del Mediterraneo consumano quantità relativamente elevate di grassi, ma, nonostante ciò, hanno minori tassi di malattie cardiovascolari rispetto alla popolazione statunitense, nella cui alimentazione sono presenti livelli simili di grassi animali. La spiegazione è che la gran quantità di olio d'oliva usata nella cucina mediterranea controbilancia almeno in parte i grassi animali.
L'olio di oliva sembra infatti abbassare i livelli di colesterolo nel sangue; si pensa inoltre che il consumo moderato di alcool durante i pasti, sia un altro fattore protettivo, forse per gli antiossidanti contenuti nelle bevande alcoliche.
Secondo lo studio, la dieta mediterranea diminuisce il tasso di mortalità della coronaropatia (malattia coronarica) del 50%. Inoltre la dieta mediterranea spiega che sarebbe meglio bere minimo 6 bicchieri d'acqua al giorno.



I principali alimenti presenti nella dieta mediterranea sono:
I cereali. Sono molto presenti nella dieta, in quanto contenuti nel pane e nella pasta, ma ricordiamo anche il riso, l’orzo, il farro, il mais e l’avena.
I legumi. Sono chiamati anche la carne dei poveri e contengono carboidrati, proteine, fibre e vitamine. I principali sono: le fave, i piselli, i lupini, le lenticchie, i ceci e i fagioli.
Frutta fresca e verdura. Bisogna consumarne almeno 5 porzioni al giorno e si raccomanda di consumarle tutto l’anno.
Carne e pesce. Sono fondamentali e non mancano sulle tavole: per l’ambiente marino prevale il pesce e per l’ambiente collinare la carne.
Uova e derivati dal latte. Sono consigliate e prendono un posto privilegiato nella piramide alimentare.
I dolci sono poco presenti nella dieta mediterranea.
Alex, Federico, Davide e Lorenzo.

venerdì 19 ottobre 2012

L'ALBERO DI ULIVO, notizie storiche

L'ulivo o olivo (Olea Europa) appartiene alla famiglia delle Olacee. E' un albero sempre verde con longevità ultrasecolare, alto da 5 a 20 m. e più; comincia a fruttificare dopo un lungo periodo giovanile, per poi conservare per molti anni una buona produzione. Le parti che compongono la pianta sono: le radici, il tronco, i germogli, le foglie, il fiore, i frutti.
Gli ulivi vengono coltivati nelle fasce in campagna.

Pianta sacra da tempo immemorabile, l'ulivo è protagonista di diverse leggende che gli hanno attribuito una origine divina.
La tradizione ebraica racconta che dai semi portati da un angelo e posti tra le labbra di Abramo, sepolto sul monte Tabor, nacquero tre piante: un cipresso, un cedro e un olivo.
L’ ulivo ha origini anche nella mitologia greca.
La storia racconta che, originario della parte orientale dell'area mediterranea, l'olivo si diffuse in Egitto, in Palestina, a Creta, a Rodi, nell'Attica, in Italia e poi in tutto il bacino del Mediterraneo. Il codice Babilonese di Hammurabi, che risale a circa 2500 anni prima di Cristo, cita l'olio di oliva e ne regolamenta la compravendita.

In Egitto, intorno al 1300 a. C., rami d'ulivo erano posti sulle tombe dei sovrani.

Fenici, Greci e Cartaginesi commerciarono olio e contribuirono a diffondere la coltivazione dell'ulivo, utilizzato non solo come alimento, ma anche per le cure del corpo e per l’illuminazione.


 
Particolare di vaso greco


Portato dai coloni greci in Italia, l'ulivo fu coltivato dagli Etruschi, che già nel VII secolo a.C. ne possedevano vaste piantagioni.

 
Affresco etrusco


Più tardi i Romani organizzarono razionalmente la distribuzione e il commercio dell'olio. A Roma costituirono l'arca olearia, una sorta di Borsa dell'olio d'oliva, dove gruppi di importatori, "negotiatores olearii", trattavano prezzi e quantità.


Anfore olearie (= da olio)
L'olio di oliva fu una delle maggiori componenti dell'alimentazione dei Romani, usato anche per la medicina e per l'illuminazione.
Se ne trovava di varie qualità: l'olio vergine di prima spremitura (oleum flos), l'olio di seconda qualità (oleum sequens) e l'olio comunemente usato (oleum cibarium).
Il consumo medio di olio di un cittadino romano era di circa 2 litri in un mese; Roma faceva la parte del leone in quanto è stato verificato che il Monte Testaccio (una montagna artificiale formata da frammenti di anfore) è composta essenzialmente da resti di anfore olearie, in gran parte provenienti dalla regione della Betica (Spagna meridionale) che era il più grande esportatore di olio dell'epoca.

 
Anfora di Vulci, 500 a.C.


Al British Museum di Londra è conservata l'anfora di Vulci, originaria di un sito archeologico del Lazio (500 a.C.), che riporta una scena di raccolta delle olive: due uomini, dal basso, colpiscono i rami con delle pertiche; un altro, sull'albero, bacchia le olive con un bastone ed un quarto uomo, in ginocchio, raccoglie i frutti da terra e li mette in un cesto.

La raccolta delle olive si fa ancora così!
Oggi sono usate una specie di forbici a pettine che consentono di strappare le olive direttamente dai rami.
Già gli esperti dell'antica Roma, come Plinio, sconsigliavano la bacchiatura ritenendola dannosa per l'albero e le olive stesse: meglio usare una scala e le mani (la brucatura) e la raccolta ancora oggi è fatta così. 


Donia, Laura e Luca.